Cava verso il voto e la sfida di Gravagnuolo
Mario Avagliano
E così Gravagnuolo ha sfogliato la margherita, ha valutato i pro e i contro delle dimissioni e ha deciso di andare alle elezioni. Il 2 gennaio, alla prima giornata utile del nuovo anno, il sindaco ha annunciato la svolta e ha lanciato il guanto di sfida alle forze politiche della città. Spiegando che non ci sta a sopravvivere e vivacchiare con una maggioranza di 16 consiglieri su 30 ("anche Fiorillo - ha detto - col senno del poi, non rifarebbe questo errore"). E aggiungendo che potrà continuare solo se troverà in consiglio comunale il sostegno convinto di 20 consiglieri.
Il termine ultimo per fare marcia indietro è il 20 gennaio. Ma è difficile (anche se non del tutto impossibile) che il dibattito in consiglio comunale possa ribaltare il corso degli eventi. La città scivola verso il voto e le forze politiche guardano già all'appuntamento elettorale, che dovrebbe tenersi a marzo, in contemporanea con le regionali.
Di fronte alla debolezza della maggioranza consiliare (dovuta al cambio di casacca - nel corso della legislura - di vari elementi) e considerata l'urgenza - simil De Luca - di avere più potere politico per continuare la realizzazione del programma, Gravagnuolo ha quindi deciso di ricorrere al giudizio degli elettori. Confidando nel consenso popolare e nel giudizio positivo nei confronti del buon governo di Cava in questi tre anni (le opere pubbliche, la gestione dei rifiuti, la lotta all'abusivismo, il rilancio della cultura; ultimo successo in ordine di tempo, la straordinaria partecipazione alla Notte bianca del 5 gennaio, dedicata agli anni '80) .
C'erano dubbi sulla capacità del Pd, il partito più grande del centrosinistra, di digerire la mossa del sindaco senza dividersi. E invece il direttivo dei democratici ha confermato la piena fiducia in Gravagnuolo e ha dato mandato al segretario Vincenzo Lampis di costruire una lista civica che raccolga democratici, verdi, socialisti, riformisti e alcune delle migliori personalità della città. Una scelta apprezzabile, che si muove nel solco di quell'Allenza di Progresso che nel 1993 diede per la prima volta al centrosinistra il governo di Cava.
E' probabile che la coalizione di Gravagnuolo trovi poi il sostegno di un'altra lista civica, riferibile direttamente al sindaco, e di Rifondazione comunista, che ha già annunciato il suo "sì" al sindaco. La strada comunque non è tutta in discesa. Bisognerà fare molta attenzione nella formazione delle liste, per evitare nuovi cambi di casacca dopo il voto. E bisognerà recuperare l'area critica del Pd, a partire da Flora Calvanese, che invece - per le sue indubbie capacità - potrebbe essere utilmente arruolata alla causa.
Il messaggio ai cavesi sarà quello che una maggioranza forte consentirebbe a Gravagnuolo di accelerare la sua opera di rilancio della città, così come fece De Luca nel suo secondo mandato.
E il centrodestra? Superata l'iniziale sorpresa, il Pdl - memore dei passati errori - punta a presentarsi unito al voto, con un solo candidato."Siamo in ritardo. I personalismi, gli inciuci, le lotte fratricide, le faide sono state la rovina del centrodestra, che resta l'anima della città. Non perdiamo questa occasione", ha dichiarato Alfonso Laudato. Impresa non facilissima, perché le ambizioni sono tante (e i galli nel pollaio pure...). Una delle carte da giocare è la forza nella città (e nel partito) del presidente della Provincia Edmondo Cirielli. Non a caso, tra i nomi che circolano come sfidante di Gravagnuolo, spiccano quelli di Marco Galdi e di Luigi Napoli, due pupilli di Cirielli. Ma se è vero che per l'ex leader dell'Udc cavese Giovanni Baldi è pronto l'approdo in Regione (con una possibile carica assessoriale in caso di vittoria del centrodestra), bisogna vedere se l'ex sindaco Alfredo Messina, Antonio Barbuti, Alfonso Senatore e lo stesso Alfonso Laudato si accontenteranno di ruoli da comprimari.
La partita elettorale - se si andrà alle urne - è tutta da giocare. Gravagnuolo può vantare la popolarità e i consensi acquisiti in questi tre anni e l'appoggio di un personaggio come Vincenzo De Luca (che sarà ancora più incisivo nel caso fosse il candidato a presidente della Regione), il centrodestra mette in campo la gran messe di voti conquistati alle ultime politiche e provinciali, il sostegno di Cirielli e (forse) la ritrovata unità, almeno di facciata. La parola è ai cavesi.
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