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Diabetologia
Il Duomo in blu pe la Giornata Mondiale del Diabete
Cava [ 15 11 2008 ]
Guarda le foto
della Giornata Mondiale del Diabete
tenutasi ieri 14 novembre
Tratto da Cavanotizie.it n.27
23 Maggio 2008
Continua il nostro viaggio attraverso la sanita' cavese

A colloquio col dottor Mariano Agrusta,
direttore della U.O.D.
di diabetologia ed endocrinologia

Agrusta: "L'ospedale del futuro va verso la specializzazione, ma non esiste un futuro dove ognuno puo' avere il proprio ospedale"

Gerardo Ardito
L'ospedale S. Maria dell'Olmo, negli ultimi mesi, ha rischiato in piu' di un'occasione di divenire vittima dei tagli operati dalla direzione dell'Azienda Sanitaria Locale SA1; in particolare, agli inizi di quest'anno si e' prospettata la chiusura dei reparti di ostetricia e neonatologia e di quello di ortopedia. Il sindaco Gravagnuolo si e' opposto strenuamente alla loro soppressione, sostenendo che questo avrebbe decretato il sicuro declino della struttura.
E mentre si continua a paventare attacchi all'ospedale, tanto caro ai cavesi, viene anche affermato, da piu' parti, che i costi di ammodernamento di una struttura cosi' vecchia e inadeguata ai nuovi standard ospedalieri superebbero quelli necessari a costruirne una ex novo.
Utopisticamente, di tanto in tanto riaffiora l'ipotesi di un nuovo ospedale da edificare in localita' Sgobbo a Santa Lucia, anche se non poche perplessita' suscita la sua collocazione nel bel mezzo della nuova area industriale; si aggiunga che l'apertura del nuovo ospedale di Sarno ha significato la creazione di nuovi posti letto, che da qualche altra parte dovranno pur essere soppressi.
E la mancata realizzazione in tempi brevi del nuovo poliambulatorio di via Gramsci a Cava la dice altrettanto lunga sulla disponibilita' finanziaria dell'ASL.
Con questo articolo vogliamo segnalarvi uno dei reparti, per testimonianza diretta dello scrivente, piu' efficienti del nostro ospedale: quello di Endocrinologia, diretto dal dottor Mariano Agrusta, coadiuvato dai dottori Luca De Franciscis,Vincenzo Di Blasi, Raffaella Fresa e dalla Coordinatrice Sanitaria Vincenza Della Rocca.
Ed e' proprio il direttore del reparto, il dottor Mariano Agrusta, che ci ha rilasciato una lunga intervista.

Chi e' il dottor Mariano Agrusta
Sessantaduenne, cavese storico, come egli stesso si definisce, si e' laureato in medicina e chirurgia all'universita' di Napoli e poi si e' specializzato sia in Scienze dell'alimentazione che in Endocrinologia e malattie del ricambio, ovvero in diabetologia, nel 1975. Il fratello, Marco, e' cardiologo, direttore dell'Unita' cardiologica di Mercogliano. Il padre, scomparso, era funzionario del Banco di Napoli, originario di Taranto, mentre la madre De Juliis e' cavese. Per quindici anni il dottor Mariano Agrusta ha prestato servizio presso l'ospedale di Eboli, per poi trasferirsi, negli anni novanta, al nostro ospedale.

L'intervista
Dottor Agrusta, ci riassume la storia di questo reparto?

"Cava ha una tradizione notevole in endocrinologia perché, gia' negli anni ‘80, il dottor Roberto Mauro gestiva dei posti di endocrinologia nel contesto della divisione di medicina. In seguito endocrinologia e' stata distaccata da medicina, divenendo sezione autonoma nel 1992. In quel momento il personale del reparto era costituito, oltre che da me stesso, dal dottor Di Blasi, da due infermiere, Pia Marcellino e Adriana Lodato, e da un assistente sociale Anna Maria Valeriana; quest'ultima attualmente lavora al centro relazioni col pubblico (Urp) mentre la signora Lodato collabora ancora con noi. Il reparto aveva sede in Villa Rende, una struttura fatiscente; eppure siamo riusciti a rimettere in piedi l'attivita' endocrinologica e diabetologica di questo ospedale: basti pensare che quando arrivai trovai trecento cartelle di endocrinologia e nessuna di diabetologia; oggi ce ne sono rispettivamente diecimila e settemila. Una crescita dovuta anche al fatto che accogliamo pazienti anche dalle altre ASL".
Come avete risposto all'incremento della domanda?
"Con l'adozione di tecnologie avanzate. Ho disposto affinché il dottor Vincenzo Di Blasi e la dottoressa Raffaella Fresa seguissero corsi di alta specializzazione nazionale per approfondimenti sui microinfusori di insulina a pompa continua: ora siamo uno dei pochi centri in Campania che li applicano".
Ce ne puo' illustrare il funzionamento?
"Ai pazienti affetti da diabete di tipo I (che e' la forma piu' diffusa della malattia) applichiamo, sull'addome, una pompa infusore di insulina che governa automaticamente la somministrazione di insulina basale, impostata dal medico e di boli in relazione ai pasti, programmati dal medico e gestiti dal paziente. Il diabetico ha bisogno di assumere un tipo di insulina in modo continuo ed un altro tipo solo al momento dei pasti perche' nell'organismo delle persone sane ulteriore insulina viene prodotta al momento dell'assunzione degli zuccheri mentre nell'ammalato di diabete e' il microinfusore che deve provvedere sia al livello basale che al bolo di insulina rapida necessario per metabolizzare gli alimenti ingeriti. La qualita' dei vita del paziente ne risulta sensibilmente migliorata in quanto le quattro punture quotidiane vengono sostituite dal semplice gesto di pigiare un pulsantino posto sulla pompa. L'apparecchietto e' provvisto di un tubicino di teflon, un materiale che non provoca irritazioni, applicato sull'addome, che ogni 3 giorni si inserisce con un ago poi riestratto lasciando il solo teflon all'interno. L'apparecchio e' sicuro e nemmeno urti accidentali creano problemi. Tengo a precisare che gli infermieri hanno seguito corsi di specializzazione per l'applicazioni dei microinfusori, per poter seguire i pazienti apportando eventuali piccoli correzioni e per poter colloquiare col medico".
Quanti microinfusori avete applicato fino ad oggi?
"In quasi sei anni, grazie all'operato del dottor Di Blasi, ne abbiamo impiantato circa sessanta. Abbiamo anche scritto un volumetto di addestramento al suo uso, molto apprezzato a livello nazionale".
E per le mamme in attesa?
"L'altra punta avanzata del nostro servizio e' la diabetologia gravidica, specialita' della dottoressa Fresa che segue con il microdiffusore "gold standard" le pazienti in attesa. Queste hanno un fattore di rischio piu' alto di quello delle donne incinte non diabetiche ma la dottoressa Fresa, di concerto con i nostri ginecologi, guidati dal dottor Gennaro Guarino, le assiste fino al momento del parto. Solitamente questo avviene all'ospedale di Nocera Inferiore, nella struttura per le gravidanze a rischio".
Perché le gravide diabetiche vengono considerate a rischio?
"Per l'alto numero di aborti e rischi per la madre statisticamente accertati. Tuttavia, al giorno d'oggi, le probabilita' di portare a termine la gravidanza e di partorire un bambino sano sono sovrapponibili a quelle di una donna senza diabete".
Quali altre patologie vengono curate nel suo reparto?
"Il dottore De Franciscis e' titolare di un incarico per le malattie dell'ipofisi, una piccola ghiandola, situata nel cervello, che costituisce una vera e propria centralina della regolazione ormonale. In questo ambito collaboriamo con il reparto di neurochirurgia: il dottor De Francicis si occupa sia della preparazione agli interventi, eseguiti a Nocera Inferiore, sia alla terapia sostitutiva che li segue. Siamo anche un centro di riferimento per la tiroide. Seguiamo il paziente dalla diagnosi all'intervento chirurgico. A causa dell'alta incidenza di disfunzioni tiroidee, e grazie alla nostra presenza, presso il nostro ospedale e' stata istituita un'unita' operativa semplice di endocrinochirurgia sotto la direzione del dottor Renato Giordano,nell'ambito della Chirurgia Generale diretta dal dottor Antonio Pisapia".
Il vostro reparto conta soli 6 posti letto...
"In realta' l'unita operativa ne conta dieci, da me tradotti in sei posti di ricovero ordinario e quattro in day hospital; alcuni pazienti possono essere trattati nel corso di ricoveri brevi che non richiedono pernottamento. Il nostro centro e' pressoché unico, solo il professor Carleo ne dirige uno simile al San Gennaro di Napoli, dove viene offerta al diabetico di tipo I la possibilita' di avere visita ambulatoriale in day hospital o ricovero ordinario a seconda della gravita' della sua situazione. Il diabete esige competenze molto specifiche di non facile gestione. Qui offriamo una competenza specialistica e siamo punto di riferimento e raccolta di cinque ospedali: Nocera, Scafati, Pagani, Sarno e Costiera amalfitana".
Personale efficiente. Ma in sottonumero?
"Cronicamente in sottonumero. Colgo l'occasione per elogiare quanti lavorano con me sottoponendosi a turni che sono al limite delle possibilita'. La Regione Campania ha bloccato le assunzioni per il turn over: siamo di fronte ad una follia. Se una persona va in pensione o decede, come purtroppo accaduto proprio nel nostro reparto, puo' essere sostituita nella misura del 25%!!!. Quindi, se vanno via quattro infermieri, se ne sostituisce uno. Ma non necessariamente andranno in forza al reparto dove occorrerebbe la sostituzione, ma, genericamente, all'ospedale. Al presente, io mi ritrovo con un organico mancante di due persone".
Come sta cambiando la cura del diabete e quali sono i luoghi comuni da sfatare?
"Diabete e obesita' sono considerate la pandemia mondiale, si pensa che per il 2025 il numero di pazienti diabetici sara' duplicato (legato alla crescita del benessere, alla sedentarieta'). e' l'epidemia del secolo. Si dovrebbe ragionare in termini di prevenzione in maniera molto diversa da come si fa oggi: nel diabetico di tipo 2 vanno monitorate glicemia, pressione arteriosa, colesterolo trigliceridi. Cava potrebbe diventare citta' modello nella prevenzione con una serie di progetti integrati per l'abbattimento del rischio cardiovascolare. Il nostro ospedale dispone di un centro per l'ipertensione, un centro dell'iperlipidemia gestito dal dottor Maurizio Renis nell'ambito della Medicina Generale diretta dal dottor Vittorio Salvatore e di un centro diabetologico gestito dal dottor Savino nell'ambito dell'Endocrinologia. Tutti i fattori di rischio cardio-vascolari quindi possono essere tenuti sotto controllo. Inoltre in collaborazione con il reparto di medicina abbiamo attivato un ambulatorio precipuamente orientato verso il problema dell'obesita'" gestito dalle dottoresse Gagliardi e Di Marzo".

Le sorti dell'ospedale cavese
Un ospedale verso la specializzazione di cui spesso si parla?

"L'ospedale che va verso la specializzazione e' l'ospedale del futuro. Gli ospedali non possono piu' soggiacere ad una logica campanilistica che ne vuole uno in ogni piccolo centro: gli amministratori del nord quando vengono qui e si ritrovano cinque o sei ospedali nel giro di pochi chilometri, rimangono allibiti da quella che considerano una follia gestionale. Piuttosto che avere cinque ospedali che funzionano tutti a due terzi delle loro potenzialita', sarebbe piu' sensato averne due, magari nuovi, ma operanti a pieno regime. Nessuno degli ospedali nelle vicinanze, tranne quello di Sarno, e', in questo momento, a norma europea, ed il nostro, quando nel 2011 bisognera' adeguarsi alle normative europee, rischia di essere il piu' obsoleto di tutti".
Quali saranno, secondo lei, realisticamente, le sorti dell'ospedale di Cava?
"Se fossi ‘re per un giorno', se avessi la possibilita' di decidere, ne farei uno solo, magari a Nocera Superiore, che potesse riunire le specialita' oggi frammentate tra i vari nosocomi esistenti. L'ipotesi di specializzare ciascun ospedale in una singola disciplina mi sembra meno percorribile a causa delle oggettive difficolta' ad ottimizzare le risorse: si registrerebbero, comunque, sprechi e duplicazioni senza senso di una gamma di servizi gia' erogate da strutture adiacenti. Occorrerebbero tutti reparti unici, che raccolgano macrospecialita' e poi piccoli reparti agili e funzionali per la elezione; ma io non vedo una classe dirigente che ragioni in questa ottica e soprattutto non vedo lungimiranza negli amministratori regionali e di conseguenza vedo solo una attenzione alla lottizzazione delle cariche. L'attuale classe politica regionale e' quella che e' sotto gli occhi di tutti, e la sua miopia politica potrebbe portare la sanita' del territorio alla bancarotta".
Come giudica l'impegno del sindaco Gravagnuolo per salvare dalla chiusura i reparti di ostetricia e neonatologia?
"Queste battaglie rispondono ad una logica comprensibile per chi amministra oggi la citta', ma lo stesso sindaco che oggi difende quello che ha, non e' alieno dal pensare che il futuro sia in una nuova struttura, non in quella attuale, in grado di soddisfare un bacino di utenza piu' ampio. Ma crede che questa transizione sia politicamente possibile? Si metteranno mai d'accordo sindaci vicini per raggiungere un comune obiettivo? ".
Che peso hanno, i meriti di un primario bravo come lei, sulle decisioni delle direzioni ASL di chiusura o di potenziamento di un reparto?
"Credo alla responsabilita' della mia professione e credo che questa possa crescere solo nel rispetto dei propri doveri. Credo che i difetti dell'organizzazione dipendano esclusivamente da chi dirige. Conosco molti colleghi che credono in quello che fanno e lo fanno con coscienza e dedizione, ma ne colgo lo sconforto e l'insoddisfazione, la malinconica rassegnazione di fronte all'indifferenza. Tutto quello che facciamo e' solo per onorare il valore del lavoro, ma senza una prospettiva, nella stragrande maggioranza dei casi non abbiamo interlocutori e rispetto alla classe politica abbiamo solo degli spettri di futuro".
Colpa della lottizzazione politica dell'ASL?
"Non c'e' dubbio. Non c'e' stata mai, come ora e in questi ultimi anni, piu' grande lottizzazione. Siamo ai massimi storici".
     
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