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Teodoro Petti
Tratto da CavaNotizie.it n.28
16 Giugno 2008
Teodoro Petti, una vita tra un lavoro da impiegato e il cabaret
Da SuperTeo a TeleGaribaldi, un piccolo grande comico

Gerardo Ardito

Teodoro Petti e' alto 1,48, magro, minuto, porta due baffi da carabiniere.
Lo scorso 12 giugno ha compiuto 60 anni, un traguardo importante. Teo, di professione geometra e' impiegato presso l'ARIN (Azienda risorse idriche di Napoli) dal 2001.
e' nato a Torre Annunziata, ma e' cavese d'adozione, da sempre vive a Cava. Sposato con Assunta dal '75 , ha due figlie, Imma e Veronica.
Ma da sempre Teodoro Petti coltiva un vero amore..lo spettacolo.
Dal 1973 al 1976 Teo fa parte del laboratorio teatrale "I Cavoti", diretto da Anna Maria Morgera, portando in giro per i teatri della regione le "Farse Cavajole". Quelli sui quaranta, come me, lo ricordano nel mitico "SuperTeo" e come cabarettista in varie trasmissioni televisive locali e regionali.

Teo, come e' cominciata la sua avventura nel mondo del cabaret?
"Peppe Castiello, che faceva parte del gruppo, e' il cugino di mia moglie Assunta. Con Pasquale Falcone ci conoscevamo da tempo. Mi proposi di partecipare alle loro esibizioni e loro accettarono, mi entusiasmava l'idea, trovavo tutto molto divertente. Quando Angelo Di Domenico si allontano' dal gruppo, per motivi di lavoro, entro' a farne parte Luciano Vatore; eravamo credo nel '78 o '79. Allora andavamo in onda su TeleAlfa. Avevo circa 30 anni, oggi ne ho 60".
Quanto duro' quella prima esperienza?
"L'avventura televisiva duro' 3 o 4 anni. Facevamo anche spettacoli di piazza e in teatro. Ricordo che facemmo uno spettacolo al Metelliana, a chiusura del ciclo di trasmissioni su TeleCava (ndr: sala cavese oggi scomparsa), che conteneva al massimo 800 persone. Ne entrarono 1200, tanto che il vice questore non voleva accordarci il permesso. Fu un grandissimo successo. Non c'era ancora Vatore. Lo spettacolo era intervallato con ospiti e giochi".
Realizzaste un Tour?
"Tenemmo circa 30 spettacoli fuori Cava. Girammo per l'avellinese, per il salernitano, arrivammo fino a Taranto".
Arrivo' il momento della svolta importante?
"Avemmo un contatto importante a Roma con Marcello Casco, un impresario che credeva molto in noi. Ma ci chiese una disponibilita' di tempo che non tutti avevamo. Casco era ben inserito nell'ambiente dello spettacolo, inoltre disponeva di un sala teatrale e conduceva programmi Rai. Nel corso delle nostre esibizioni non ricevemmo mai fischi.. solo apprezzamenti".
Ricorda una serata particolare?
"Un giorno in un grande camping in provincia di Taranto, si era fatto molto tardi per la nostra esibizione, il pubblico era stanco, ma cominciammo ugualmente il nostro spettacolo, credevamo di andare incontro ad un fiasco".
Cosa successe?
"Che la gente resto' li' incantata, ci applaudi', rimanemmo noi stessi sbalorditi da come riuscimmo a divertire".
In che occasione si e' sentito veramente importante e gratificato?
"Un giorno di Carnevale a Sorrento, in un cinema si tenne una festa di beneficenza per bambini ed io ero impegnato li' con uno spettacolo, ma con La Briscola eravamo impegnati anche a Cava, la stessa sera, al Club Universitario. Io andai solo a Sorrento, ma a Cava aspettavano me per iniziare lo spettacolo. Sulla strada del ritorno per Cava incontrai traffico e feci tardi".
Cominciarono lo spettacolo senza di lei?
"Vista l'ora tardi e il pubblico impaziente furono costretti ad iniziare senza di me. Al mio arrivo la gente mi acclamava, tutti all'unisono a gridare il mio nome. Non mi sono mai sentito cosi' emozionato, ero come una vera star. Non potro' mai dimenticare quel pubblico che mi dimostro' come mi amasse".
Negli anni a venire?
"Per lungo tempo ci siamo fermati. Nell'84, io Pasquale Falcone e Luciano Vatore andammo a Tandem (programma televisivo Rai 2), in quell'occasione fu ospite con noi Dario Argento, era agli inizi della sua carriera. Il programma era condotto da Fabrizio Frizzi. Presentammo uno sketch. Io portavo un grosso contrabbasso. Era una piacevole gag. Purtroppo tutto si concluse li'. Nello stesso periodo mettemmo in scena 'L Italia si e' rotta' con i testi, come sempre, di Pasquale Falcone. Tenemmo 8 repliche a La Chanson di Roma. Avemmo un critica stampa molto positiva. I nostri costumi: bianco rosso e verde".
Negli anni '80 con una tourne'e nei locali di Cava fini' l'avventura della Briscola. Negli anni a venire Pasquale m'incontrava e mi accennava di un film che stava preparando. Ho partecipato a tutti i film di Pasquale -continua Teo- ne 'L'amore con la S maiuscola' - ho avuto piu' pose, facevo l'aiuto bibliotecario; in 'Lista civica di provocazione' facevo il tipografo in 'Io non ci casco' avevo un ruolo di bidello". Quest'anno ho partecipato anche alle riprese del film "L'imbroglio" del regista messicano Alfonso Arau. A Cava con un gruppo di amici non professionisti abbiamo tirato su una nuova compagni'a 'Le stelle cadenti', stiamo preparando uno spettacolo che metteremo porteremo in scena in autunno 'Il settimo si riposo''.
Com'e' il suo rapporto con Pasquale Falcone?
"Glielo racconto con un episodio. Negli anni '90 al Porky's era in visita Enrico Lucci de 'Le Iene' col programma "Feste". Il conduttore andava a punzecchiare i protagonisti delle feste piu' strane. Allora Pasquale mi chiamo' chiedendomi di accompagnare Lucci ad una festa, ma quel furbacchione non mi disse cosa avrei dovuto fare ne' dove saremmo andati".
Dove la portarono?
"All'Erotica Tour in svolgimento a Salerno".
A fare cosa?
"Il guardone".
Il guardone?
"Si' dovevo interpretare il ruolo di un guardone che sbavava.. alla Fantozzi per intenderci".
Le dispiacque?
"No, al contrario mi divertii molto. A fine serata Eva Henger, la pornostar, tenne uno streap tutto per me".
Quali altre esperienze ha maturato fuori dalle mura di Cava?
"Ho fatto diverse pubblicita', quella per la Kellogs, i cereali che e' andata anche sui canali nazionali. E per i canali inglesi quella di una bevanda. Ho partecipato inoltre a La Squadra..".
Un ruolo eccitante?
"Si', come comparsa, truccato da morto in un congelatore. A 'Un posto al sole' ho fatto una particina dove facevo il becchino".
Ruoli macabri..
"Si' ma tutto sommato divertenti. Presupposto e' per me il mio divertimento innanzitutto. Se non mi sento appagato nel ruolo non mi diverto".
Preferiferisce tv, teatro o cinema?
"L'impatto che preferisco e' il teatro dove la gente ti da' calore. Il cinema e' freddo non ti regala sensazioni. Io sento il bisogno di personalizzare il mio ruolo. Di farlo come io lo sento. La televisione se fatta col pubblico, ti da' il calore del teatro; se lo studio e' piccolo con la gente accalcata puo' darti tanto".
La gente la riconosce per strada?
"A Napoli ho registrato una serie di puntate con TeleGaribaldi. La gente a Napoli mi riconosce per strada...Quando mia moglie nota qualcuno che mi fissa con insistenza gli dice con tono rassegnato 'Si', e' lui…. e' lui!' .
Ci parla di TeleGaribaldi?
"Tra il 2002 e il 2003 ho partecipato a Telegaribadi (emittente napoletana ubicata nei pressi dell'ippodromo di Agnano) il programma si chiamava "Pirati" era condotto da Biagio Izzo e Barbara Chiappini. Io facevo il butta fuori. Ospiti fissi i "I ditelo voi" e Antonio e Michele e tanti ospiti d'eccezione. Fui reclutato da Biagio Izzo. Il programma "Pirati" andava in onda il sabato sera, registravamo due giorni la settimana e poi andavamo in diretta il sabato. Abbiamo fatto circa 30 puntate".
Chi stima e a chi si ispira come comici?
"Non mi sono mai ispirato a nessuno. Mio nonno, ricordo ero piccolo, quando entravano ospiti in casa, mi tirava su una vecchia cucina in muratura e mi lasciava esibire e cantare. Divertivo gia' da piccolo. Toto' per me e' stato il piu' grande di tutti. Ma l'unica cosa che ci accomuna e che spesso andava a braccio, l'unica cosa che mi avvicina a lui. Ma non oso paragonarmi neanche per idea".
Oggi ha il suo lavoro da impiegato ma lavora anche per un'agenzia per lo spettacolo di Napoli.. Quanto ha giocato la sua altezza, o per meglio dire la sua 'bassezza' nel divertire?
"Non e' detto che basti essere piccoli per far divertire la gente... questo e' certo".
Non si e' mai sentita infastidita o presa in giro dal suo phisique du rol ?
"Quello che faccio, lo faccio perche' mi devo divertire io innanzitutto. Non devo dare conto a nessuno".

Teodoro Petti, per me sara' sempre SuperTeo. Non ho mai conosciuto il colore del suo mantello, ne' della calzamaglia, il mio televisore 30 anni fa era in bianco e nero. Averlo conosciuto di persona nel mio ufficio per questa intervista mi ha fatto molto piacere e ha fatto nascere in me un solo desiderio, procurargli anch'io un sorriso, come lui ha fatto gia' allora a tanti come me.
Teo, grazie. Grazie SuperTeo.
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