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Santuario San Vincenzo
Tratto da VietriNotizie.it n.26
supplemento di CavaNotizie.it del Maggio 2008
Riapre dopo 28 anni
il Santuario di San Vincenzo Ferreri

Padre Alessandro: "e' un miracolo del volontariato"



Gerardo Ardito
Il 4 aprile scorso ha riaperto al pubblico, dopo 28 lunghi anni, il Santuario di San Vincenzo in localita' Dragonea. Una grande folla ha celebrato l'avvenimento il giorno successivo, quando la chiesa, alla presenza di numerose autorita' civili e militari, e' stata consacrata dal Cardinale Michele Giordano, arcivescovo emerito di Napoli.
La chiesa fu fondata probabilmente in data anteriore all'undicesimo secolo, ovvero prima dell'abbazia Benedettina di Cava, sotto la cui giurisdizione vige attualmente. Con il Santuario di S.Vincenzo, altre tre chiese sono di fatto ancora sotto la giurisdizione dell'Abbazia della SS. Trinita': la parrocchia dei SS. Pietro e Paolo di Dragonea, la parrocchia di S. Cesareo Martire e la parrocchia S. Maria Maggiore di Corpo di Cava.
In realta' la chiesa e' intitolata alla Madonna dei Martiri, ma e' conosciuta come santuario di San Vincenzo Ferreri, nato a Valencia in Spagna nel 1350 e scomparso nel 1419 a Vannes in Francia. Abbiamo incontrato il rettore del santuario padre Alessandro Ricciardi, 41 anni, originario di Torrione (Salerno) che ci ha fornito molte informazioni sulla storia del santuario e su San Vincenzo Ferreri.
Padre Alessandro, cosa contraddistinse San Vincenzo Ferreri? "Una vita spesa nell'evangelizzazione, attraversando l'Europa, e operando per l'unita' della Chiesa. Dio accompagno' il suo ministero con numerosi segni prodigiosi. Pare che sia tra i santi che nella storia fecero il piu' alto numero di miracoli".
In quanti anni? "San Vincenzo visse circa 70 anni. Si racconta che ancora nel grembo materno opero' il primo miracolo".
Come avvenne? "Una donna cieca beneficata dalla madre le bacio' il grembo e riacquisto' la vista".
Ci sono a Vietri reliquie di San Vincenzo? "Si', noi custodiamo una preziosa reliquia di San Vincenzo, un pezzo di una sua costola donata al santuario nel 2003 dal vescovo di Vannes".
e' vero che la chiesa, resa inagibile dal 23 novembre dell''80, e' stata piu' volte trafugata? "Si', purtroppo gia' negli anni '70 aveva subito un furto, quello del Bambino Gesu' di Praga. Dopo il terremoto la Messa veniva celebrata in un box accanto alla chiesa. Qui, alla fine degli anni '80, venne trafugata l'antica statua risalente al '600 della Madonna dei Martiri. Dalla chiesa ladri senza scrupoli hanno portato via persino l'altare, la portantina di San Vincenzo, infissi… di tutto. Sono scomparsi anche gli ex voto donati dai fedeli in tanti anni. Ma anche attrezzi di lavoro lasciati dai volontari che si sono adoperati nel corso di questi anni".
Quando sono cominciati i lavori di ristrutturazione? "Sono cominciati nell'88. Col primo lotto fu consolidato il convento".
Il convento era abitato prima del terremoto? "No, vi abitarono fino al '68 quattro padri Carmelitani Scalzi con al seguito giovani novizi. Il secondo lotto fino al '92 forni' la copertura della congrega. I lavori si fermarono nel 2000 dopo l'ultimo lotto della legge 219/81; dal 2006 sono ripresi e portati a compimento grazie ai volontari".
La chiesa e la congrega sono state riattivate, a che punto e' il chiostro? "Era invaso da arbusti ed erbacce, ora e' stato ristrutturato, ma e' ancora allo stato grezzo".
In chiesa, le parti crollate, secondo le prescrizioni della Sovrintendenza non dovevano essere completamente ricostruite ex novo, per evitare falsi storici. Come sono stati portati a termine i lavori? "Grazie all'operato paziente e minuzioso di tecnici e volontari. Tengo a precisare che tutto cio' che si puo' ammirare nella chiesa e' frutto della generosita' dei fedeli in particolare di Dragonea, quindi Vietri, Agro Nocerino, Napoli, Cava e Salerno. Il pavimento del santuario, offerto da "Nuove Fornaci Cava Antica", e' stato ripristinato in cotto maiolicato secondo l'antico disegno. Le ceramiche Solimene hanno offerto il pavimento della cantoria e cento piatti ricordo per l'inaugurazione. La ditta Benigno Marmi di Cava ha contribuito notevolmente alla realizzazione dei marmi dell'altare. Siamo grati a tante persone e autorita', al sindaco di Vietri Giannella che siamo certi manterra' la sua promessa di provvedere all'illuminazione della stradina che porta al Santuario, all'Azienda di Soggiorno e Turismo di Cava che ci ha offerto le brochure e i manifesti, al sindaco di Cava Gravagnuolo, alla Provincia di Salerno, come ai gruppi intervenuti nelle varie occasioni: gli Sbandieratori e Musici Citta' Regia, gli Sbandieratori Cavensi, il Gruppo Trombonieri Scacciaventi Croce e l'EPT di Salerno, che ha offerto lo spettacolo musicale. Ripeto, ma soprattutto alla gente comune, oltre 20 persone, che con spirito di sacrificio e devozione, dopo una estenuante giornata di lavoro, si e' prodigata prestando la propria opera. ‘Un miracolo del volontariato' -conclude padre Alessandro, rettore del santuario di San Vincenzo".


Padre Alessandro, a Vietri da 4 anni, e' uno dei tre sacerdoti della comunita' dei "Servi del Cuore Immacolato di Maria" che operano a Dragonea.
La comunita' e' composta da Padre Alessandro Ricciardi, Padre Vincenzo Citarella (48 anni, originario di Napoli) parroco della chiesa di SS. Pietro e Paolo al Centro di Dragonea, che in simbiosi con Padre Gianvito Prinzivalli (34 anni, originario di Marsala) e fratel Giuliano Borghi (50 anni, originario di Milano) si prendono cura dei fedeli.

Per tutto il mese di maggio al santuario di San Vincenzo si svolgera' la messa ogni domenica, di mattina alle 11,45 e il pomeriggio alle 18,30.
Domenica 30 Marzo:
inizio delle celebrazioni di riapertura
Il Padre Abate Benedetto M. Chianetta o.s.b., Ordinario dell'Abbazia della SS. Trinita' di Cava, presiede l'Eucaristia nella Congrega attigua al Santuario.




Da sinistra: p. Vincenzo, il p. Abate, il seminarista Alessandro Buono, di Dragonea, e p. Alessandro.





Venerdi' 4 Aprile













Sabato 5 Aprile:

Il Cardinale Giordano viene accolto dal p. Abate e dai Padri Servi del Cuore Immacolato di Maria.






Si ringrazia il signor Giovanni De Divitiis per il servizio fotografico

     
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