Era accaduto il 25 maggio del 2019, ma in quel caso si era omaggiato il centenario della nascita del club. Una festa-promozione, invece, mancava da diciotto anni. Dal salto in C1 della squadra di Campilongo della stagione 2005/06. Gioia durata l’arco di una mezza nottata, quella volta. Finita in modo tragico con la prematura scomparsa di Catello Mari. Domenica 7 aprile 2024, Cava de’ Tirreni è tornata a scendere in piazza. Per la sua Cavese. Come nei giorni migliori. Com’è successo ogniqualvolta si è lasciato il dilettantismo. Era accaduto nel 2003 con la squadra di Mario Somma, nel 1997 con quella di Ezio Capuano e, andando un po’ più a ritroso nel tempo, con la Pro Cavese di ‘Cisco’ Ramon Lojacono, approdata in Serie C dopo un giro durato ben trentaquattro anni tra i campionati Dilettanti, Promozione e Prima categoria. Un successo, quello raggiunto il 22 maggio 1977 battendo 2-1 il Martina Franca in un ‘Comunale’ di via Mazzini stracolmo, che si giovò dell’apporto determinante del giudice Alfonso Lamberti, magistrato e dirigente di quella Cavese. Papà della piccola Simonetta, vittima innocente a soli 11 anni di un brutale agguato di camorra, a cui il 2 aprile 1983, in occasione della storica
Cavese-Milan, è stato intitolato l’impianto sportivo di corso Mazzini. La promozione in Serie C firmata dalle parate di Filadi, dall’eleganza di capitan Gardini e dal fiuto del gol di Scarano si lega a doppio filo con quella ottenuta nei giorni scorsi da Foggia e compagni. Porta anch’essa il marchio forte della famiglia Lamberti, tornata al fianco della squadra dopo oltre quarant’anni. Dal 2 agosto 2022 Alessandro Lamberti, avvocato che ricopre importanti incarichi all’interno di varie società, tra cui la presidenza del CdA della M4 SPA, costituita dal comune di Milano per i lavori della linea 4 della metropolitana, è a capo del gruppo imprenditoriale che regge le sorti del sodalizio. La carica di presidente onorario, che Alfonso Lamberti ricoprì dal 1974 al 1980, oggi è nelle mani del fratello, il prof. Alfredo Lamberti. Il loro ritorno alla guida degli Aquilotti è stato per molti sostenitori un segno del destino. Anche piuttosto benaugurante. Difficile dargli torto, perché – annuario alla mano – la Cavese ha vissuto il periodo d’oro della sua ultracentenaria storia, proprio in quegli anni. E non soltanto sul piano dei risultati (promozione in Serie C, qualificazione alla nuova “C1” fino alla storica cavalcata verso la Serie B), ma anche per la ribalta nazionale e internazionale che Cava de’ Tirreni e la sua squadra di calcio seppero conquistarsi, attraverso la partecipazione alla Coppa Anglo-Italiana del 1980, che vide gli Aquilotti rappresentare l’Italia insieme a Triestina, Mantova e Campobasso nelle sfide contro le inglesi Sutton Utd, Folkstone, Cambridge City e Dulwich Hamlet, e la disputa della gara amichevole con l’Italia di Enzo Bearzot, giocata al ‘Comunale’ il 14 febbraio 1980, a cui fece seguito, qualche mese più tardi, quella con l’Olanda di Cruijff e Krol. Altri tempi, altre condizioni. Difficile ripercorrere un cammino identico. Il ritorno in Serie C, promesso dal presidente Lamberti fin dal giorno del suo insediamento, e arrivato dopo l’harakiri del passato campionato, è un primo importantissimo traguardo, che restituisce alla nostra città il professionismo e le ridona la voglia di sognare. Di volare alto. Di credere in un nuovo miracolo calcistico a tinte bleufoncé.
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