Briciole di eternità, la raccolta di poesie scritta da Gina Rotolo e presentata lo scorso 11 aprile a Palazzo di Città, è insieme un canto dell’anima e una sfida della modernità.
Le “briciole” sono quelle scintille che prendono fuoco nel cuore a contatto con emozioni profonde, come gli affetti familiari, il caleidoscopio dei ricordi, il ponte tra la contemplazione della natura e il soffio del divino. Queste briciole rappresentano l’essenza della raccolta, perché nei suoi versi la Rotolo trasfonde con lirismo le luci e le ombre sua vita e la forza della sua interiorità. La sfida della modernità viene lanciata dal fatto che ogni poesia è analizzata anche in dettaglio e da un critico speciale, cioè AI, l’Intelligenza Artificiale. È un esperimento diremmo quasi pionieristico, che non ipotizza la sostituzione dell’uomo con la macchina, ma propone un contatto creativo tra il cuore insostituibile dell’uomo e la capacità del robot di cogliere, se non di sentire, quelle vibrazioni che rendono unica ogni persona. Lo dimostra anche la bella copertina della raccolta, con quelle dita dell’uomo e del robot che si sfiorano, sul modello michelangiolesco della Creazione dell’Uomo. Qual è il risultato di questa sfida? Beh, leggere per giudicare. Secondo noi, nei limiti prevedibili della robotizzazione, AI è riuscita bene a fare sintesi, a cogliere i versi e le tematiche chiave, a carpire le atmosfere e i messaggi. Non dimentichiamo però che AI è stata ideata dall’uomo, che ancora una volta ha dimostrato le enormi potenzialità della sua Intelligenza Naturale. Peccato che tante volte questa Intelligenza sia sprecata in “cretinismi” di vario genere ed in potenza distruttiva, anzi autodistruttiva.
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