Quando si parla di danza classica, è fondamentale che ci siano maestri qualificati, che sappiano trasmettere con consapevolezza la giusta tecnica e soprattutto la passione verso un’arte che è tanto meravigliosa quanto può essere pericolosa se fatta male. Abbiamo avuto l’occasione di intervistare Francesca Angelini, in corrispondenza dalla Spagna dove sta tenendo delle masterclass sulla danza. Ci risponde da Valencia, mentre il giorno prima era a Madrid. Attuale orgoglio Cavese per aver raggiunto risultati sempre più prestigiosi. Oggi Francesca è l’unica straniera selezionata per il prestigioso biennio di specializzazione per docenti di danza classica alla Royal Ballet School di Londra, dopo una lunga e complicata audizione a più fasi. Giovane talento, vanta un curriculum importantissimo: Dall’ Accademia del Teatro alla Scala di Milano, all’International Dance Council, fino ad arrivare oggi, con tanti sacrifici, a Londra. Sei giovanissima ma già vanti un curriculum invidiabile, hai calcato palchi e frequentato scuole importantissime: qual è il posto più bello dove sei stata ed hai lasciato il cuore? Sicuramente l’Accademia del Teatro alla Scala è un luogo che mi ha colpito profondamente perché è una scuola, un’istituzione che ti forma non solo a livello professionale ma molto anche a livello caratteriale. Questi ambienti a selezione ristretta ti pongono inevitabilmente davanti a numerose sfide. Mi ha formato molto anche a livello emotivo, facendomi crescere e migliorare moltissimo. Porterò con me sempre un bellissimo ricordo. Sei l’unica straniera ammessa al prestigioso biennio per docenti di danza classica della Royal Ballet School, che differenza c’è tra l’esibirsi e l’insegnare nel mondo della danza? Insegnare ed esibirsi sono ovviamente due cose molto diverse e la scelta su quale delle due aree specializzarsi solitamente è da prendere agli inizi della carriera. Io dall’inizio ho capito che il riflettore puntato solo su di me, l’esibirmi davanti ad un pubblico, sono esperienze che mi trasmettono moltissimo ma non quanto insegnare. Per me è molto importante il poter dare qualcosa agli altri. Ho trovato la mia soddisfazione più grande nel poter condividere tutto questo con i miei allievi.L’insegnamento ti mette in gioco sotto tantissimi aspetti perché ti mette a confronto con ragazzi diversi e di varie età, e tu devi sempre trovare il modo di arrivare ad ognuno di loro. La vera sfida in effetti è trasmettere una passione, perché se è facile appassionarsi, posso assicurare che è molto più difficile far appassionare. Per questo io sto continuando a studiare e ad andare avanti in questo mio percorso, perché credo che i miei allievi ed in generale tutti gli appassionati del nostro territorio meritino di avere la possibilità di confrontarsi con qualcuno che sappia davvero di cosa sta parlando perché la danza è un’arte bellissima ma molto pericolosa se fatta male. Quali sono i tuoi sogni e le tue aspirazioni per il futuro? A me piace esplorare, conoscere ed approfondire quest’arte meravigliosa quindi spero che dopo il corso alla Royal Ballet School io possa arrivare ad altre scuole Internazionali importantissime come l’American Ballet o la Vaganova in Russia, insomma continuare la mia formazione in queste istituzioni importantissime così da avere una formazione ed una conoscenza che non mi ponga limiti. Cosa diresti alla piccola Francesca se potessi parlare con la te bambina che muove i primi passi nella danza? Direi di non mollare: la danza è un mondo molto difficile e di ripensamenti ce ne sono tutti i giorni e sei sempre lì a fare un passo avanti ed uno indietro. è molto difficile credere in se stessi ed andare imperterriti avanti. Sicuramente il segreto è quello di non mollare, di perseverare sempre anche davanti ai tanti no che si incontreranno. Quello che spiego sempre ai miei allievi è che il sì non arriva mai subito, anche se purtroppo non si è più abituati a questo. Prima di ricevere un sì bisogna andare incontro a tante porte chiuse, ma è così che si cresce e ci si forma. Bisogna sempre perseverare e inseguire i nostri sogni ed è proprio questo che cerco di trasmettere ai miei allievi. Nei tuoi momenti di sconforto, dove hai trovato la forza per andare avanti? Noi come esseri umani cerchiamo sempre la forza da qualcun altro, ma il segreto è trovare la forza in noi stessi . Quando si è da soli e si vuole mollare bisogna chiedersi e ricordarsi perché abbiamo iniziato. Nonostante questo posso dire che in questo caso un grande supporto l’ho sempre avuto dalla mia famiglia, da mia madre che mi supporta e sostiene sempre in ogni mia scelta e mio padre nonché mio Maestro a cui sono profondamente legata, che per primo mi ha formata e appassionata a questa meravigliosa Arte. Quindi diciamo che la mela non poteva cadere poi così lontana dall’albero. Tu che hai vissuto e che per la tua arte giri in tutta Europa, cosa ti manca di più di Cava? Cava per me è casa, ho vissuto lì per tanti anni, e nonostante quando si è più piccoli non si riesca ad apprezzare a pieno il posto dove si vive, oggi sono molto legata alla mia terra. Ho dei ricordi meravigliosi delle persone con cui sono cresciuta, dei luoghi dove ho studiato e dove ho iniziato a muovere i primi passi nella sala di danza. Tutt’oggi condivido le mie conoscenze con gli allievi della scuola Obiettivo Danza dove continuo ad insegnare. Il legame che ho con loro e con il territorio in generale è indissolubile e per me è fondamentale ogni tanto ritornare e respirare di nuovo l’aria di casa.
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