La stella cadente?

La notte di San Lorenzo, con le stelle che cadono, è ormai volata via da mesi. Si avvicina il Natale, e tra poco si affacceranno in molte case di Cava i presepi, con la scia luminosa della cometa a segnare il viaggio dei re Magi. Ma nonostante che, ad ogni pie’ sospinto, sotto i portici come nelle frazioni, si dia per morente la fioca luce del sindaco Vincenzo Servalli, questi immarcescibile continua il suo percorso di primo cittadino.
E la sua stella non cade mai. In questo numero di Cavanotizie.it, Flora Calvanese raccoglie alcune delle critiche che vengono rivolte a Servalli da chi ha preso le distanze nell’ultimo anno dalla sua giunta. In sintesi, gli vengono rimproverate soprattutto tre cose: il piano di risanamento del bilancio comunale, giudicato penalizzante per la città e tutto sommato esagerato; l’aver messo in (s)vendita una parte del patrimonio immobiliare pubblico; l’aver abbandonato, in questo secondo mandato come sindaco, l’apprezzato modus operandi di interpellare sui principali temi di governo i consiglieri comunali della maggioranza e le forze della coalizione. Ma nessuno ha la voglia o la forza di spegnere l’interruttore.
Nei partiti del centrosinistra e dintorni non è emersa ancora una candidatura dirompente e condivisa, e al momento ognuno fa il suo gioco in solitaria. Il centrodestra ostenta unità di intenti, si fa strada Raffaele Giordano, ma sotto sotto su questo nome cova il dissenso di alcuni, dai fratelli Senatore a Fabio Siani. La sorpresa potrebbe essere un raggruppamento civico che raccoglie gli scontenti dell’uno e dell’altro schieramento.
Ma intanto la stella di Servalli continua a brillare. E al netto degli errori compiuti e al di là delle critiche legittime ricevute, anche a produrre risultati. Immobilismo una ciofeca. Ad essere oggettivi, tutto si potrà dire, a bocce ferme, lontano dal furore delle polemiche, del suo sindacato, tranne che Cava non abbia fatto passi avanti. Le decine di opere pubbliche completate sono sotto gli occhi di tutti, ultima in ordine di tempo l’Eremo di San Martino. Nonostante la luce fioca.