Parto dall’assunto che l’avv. Panza non si era formato nelle organizzazioni di massa del fascismo, né nell’azione cattolica. Sua madre, fervente cattolica, lo aveva educato ai valori cristiani, ma la sua attenzione si era rivolta, da giovane, al Partito d’Azione. Parto da qui perché questa attrazione sarebbe stata determinante in tutto il suo percorso politico che lo avrebbe presto portato all’approdo socialista che lo ha accompagnato fino all’ultimo giorno della sua vita. Ed in effetti, il sottotitolo di questa commemorazione “una vita da socialista” non è casuale. Vuole testimoniare una coerenza ideale e valoriale, antica, non più attuale in una politica che ci ha abituato ai frequenti “cambi di casacca”. La casacca di Ninuccio non è mai cambiata. Fu questa la cornice che guidò le sue battaglie politiche ed amministrative. Come quando, nel 1947 si oppose, senza riuscirci, alla decisione del sindaco Gaetano Avigliano, di trasferire nell’allora sede del Teatro Verdi, parzialmente distrutta dai bombardamenti, la sede del municipio, che era collocata nella via detta “del municipio vecchio”, oggi Via della Repubblica, inadeguata ad ospitare la sede della democrazia locale e di una comunità che si autogovernava. Panza, diciannovenne, si oppose. Non negava l’inadeguatezza della vecchia sede, voleva però che Cava non perdesse il teatro. Ho fatto questo esempio per dare l’idea del profilo che Panza assunse, fin da giovanissimo, nell’approccio alle questioni cittadine. Ed ancora, molti anni dopo, la sua contrarietà, espressa in un ordine del giorno, alla collocazione di terremotati all’interno di campi prefabbricati, chiedendo il passaggio diretto all’interno di abitazioni da ottenere dalla requisizione degli appartamenti sfitti in città, nell’attesa dei nuovi alloggi. Ho pensato a queste due battaglie, quando da sindaco, molti anni dopo, ho trovato irrisolto il tema di un teatro a Cava de’ Tirreni ed ho dovuto faticosamente mettere fine alla ferita dei campi prefabbricati che ho trovato tutti ancora presenti sul nostro territorio. Con Abbro condivise l’esigenza della copertura del trincerone che dopo la recente apertura del primo tratto attende ora il suo definitivo completamento per il quale c’è un progetto. Insomma, un politico coerente e un amministratore lungimirante. Devo a lui la mia partecipazione alla vita politica ed il mio avvicinamento al Partito Socialista. Amava i giovani, sostenne con entusiasmo la mia prima e seconda candidatura a sindaco. Un sindaco socialista come amava dirmi con orgoglio quando ci incontravamo. Ci mancherà molto.
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