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Da piccola stradina a rione popoloso: breve storia di via Filangieri

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Parte seconda: il Novecento

All’inizio del Novecento, tra Via Filangieri e Passiano, gli edifici residenziali si incastonavano in un territorio prevalentemente agricolo e particolarmente adattato alla coltivazione del tabacco.
La strada era di scarso interesse, ad eccezione del tratto compreso tra Villa Luciano e la ex casa dei Carraturo, divenuto Hotel Victoria (in seguito venne requisito dal Regio Esercito Italiano e poi divenne un edificio residenziale chiamato “Villa Eva”).
Negli anni Venti, furono eseguiti diversi lavori relativi alla rete stradale e la sistemazione dei corsi d’acqua presenti in zona. Nel decennio successivo, il geometra Gaetano Sammarco progettò la “Città giardino”. Erano dei villini di serie diverse che iniziavano da Corso Mazzini, fianco al nuovo albergo Victoria, fino alla prima parte di Via Filangieri.
Archiviato il Secondo conflitto mondiale, anche Cava de’ Tirreni, come tutte le città della Penisola, venne interessata al miglioramento edilizio e urbanistico, sia dalle autorità politiche che da semplici cittadini. È il caso di Alfonso Siani, che in data 5 giugno 1948, indirizzò una lettera al Comune con lo scopo di introdurre Via Filangieri tra le strade da ripristinare. Difatti, il figlio del celebre Leopoldo, auspicava una risoluzione radicale dal punto di vista commerciale, agricolo, igienico e turistico, elencando il traffico di materie che circolavano lungo la via.
La scarsa igiene spinse l’Artista Oreste Vardaro, abitante di “Villa Eva”, a denunciare la situazione pubblicamente sul giornale “Il Castello” (edizioni del 17 luglio e 7 agosto 1949).
Il 30 ottobre 1950 fu aperto un varco del muro di cinta di una proprietaria, per consentire i lavori di costruzione tra le vie Filangieri e L. Siani. Nel ’51, per facilitare il passaggio dell’autobus di linea, Passiano-Borgo, venne eliminata una risvolta cieca, arretrando il muro di sostegno al terrapieno di una dimorante locale.
Altri lavori interessarono il condotto pluviale, l’allargamento e il ripristino stradale; il sistema idrico a beneficio delle nuove palazzine che iniziavano a sorgere a partire dal 1955; la fase iniziale di alcune strade, tipo la Via S. Martelli Castaldi. Le case popolari, generalmente costruite da cooperative, per ospitare dipendenti e lavoratori, vennero destinate anche a persone bisognose, come alcune famiglie colpite dall’alluvione del 1954.
Nel 1960 la Giunta comunale approvò e rese pubblico il regolamento per l’assegnazione delle case costruite dal Comune per i propri dipendenti (Via Filangieri) col patto di futura vendita (patto di riscatto). In quel decennio la città venne dichiarata di “notevole interesse pubblico”, mediante Decreto ministeriale 12 giugno 1967. L’atto emanato dallo Stato, regolamentava la tutela ambientale della vallata.
In effetti l’arteria principale venne tagliata in due: il lato occidentale non interessato alla costruzione di nuove case e l’altro, verso il centro, incluso nell’area da costruire. Altra notizia di rilievo fu il lascito di Villa Eva, e annessa area, ai Padri Redentoristi di Pagani.
I coniugi Apicella, rimasti senza figli e devoti alla figura di S. Alfonso Maria de’ Liguori, espressero la volontà di edificare una chiesa intitolata al Santo nativo di Marianella. Dai terreni divenuti come beni “redentoristi”, venne edificato il liceo “Federico De Filippis”, inaugurato nel 1973; lo storico edificio, lasciato in oblio da anni, fu sede di alcune realtà rionali (ad esempio i “Trombonieri Filangieri, fondati nel 1978, avevano la sede attigua alla vecchia chiesa).
Il terremoto del 1980 non creò gravi danneggiamenti. A differenza della struttura della Villa e della chiesa, che subirono importanti danni, la gran parte degli edifici ressero al sisma.
Al posto del vecchio edificio religioso, venne collocato un prefabbricato e tre anni dopo fu elevato a parrocchia (dopo anni di progetti e lavori, la nuova chiesa venne aperta al culto il giorno 01 agosto 2011), mantenendo in vita l’area circostante mediante numerose iniziative. Altre costruzioni edilizie avvennero dopo l’80, come lo conferma l’episodio del Pastificio Senatore. La storica azienda, identificando un ampio terreno di Via Filangieri, subì un secco “no” dal Municipio in quanto destinato ad una cooperativa edilizia.
Ormai l’ossatura del Rione aveva un proprio tracciato urbano ben preciso; arterie secondarie a collegamento con la principale e un cuore pulsante per merito delle attività culturali, sociali e commerciali. Iniziava l’identificazione rionale attraverso quel senso di appartenenza, tramandato fino al nuovo millennio. Ma questo è un altro capitolo che un giorno verrà scritto!

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Domenica, 26 Gennaio 2025 -
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