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Cava de’ Tirreni perde abitanti, scende sotto i 50mila

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L’Italia tra 20 anni avrà 5 milioni di abitanti in meno

Cava de’ Tirreni perde abitanti ed è ormai sotto la fatidica soglia dei 50mila residenti, anche se mantiene ancora il primato di seconda città della provincia dopo il capoluogo, ma la notizia infiamma la polemica politica nei confronti dell’amministrazione Servalli. Ad alzare i toni ci pensano Raffaele Giordano, candidato sindaco in pectore del centrodestra per le prossime elezioni, ed esponenti del gruppo Cava Sia che fa capo al consigliere comunale Eugenio Canora. Abbiamo approfondito il tema con dati alla mano per capire esattamente di cosa stiamo parlando, ed emerge un fatto incontestabile, e cioè che Cava è in linea con il calo demografico che riguarda tutta Italia e tutta la provincia di Salerno.
Quali le cause? L’Italia perde abitanti perché nascono pochi bambini e il Sud perde un numero maggiore di abitanti perché oltre il calo della natalità abbiamo l’emigrazione, soprattutto di giovani scolarizzati fino alla laurea che emigrano alla ricerca di un lavoro che risponda alle loro esigenze. Ma analizziamo i dati, ricavati dagli archivi Istat e dall’anagrafe del nostro comune, e ringraziano dirigenti, funzionari e impiegati per la disponibilità.Partiamo dall’inverno demografico italiano che è preoccupante: nel 2023 gli italiani erano 59 milioni, ma tra soli sei anni, nel 2030, saranno 58,6 milioni e nel 2050 scenderanno a 54,8 milioni.
Questo calo avrà conseguenze serie perché la popolazione anziana crescerà notevolmente, diminuiranno i cittadini attivi che contribuiscono con il proprio lavoro all’equilibrio del sistema pensionistico e di quello sanitario e ci saranno problemi anche per riuscire a tenere in vita una serie di attività produttive per mancanza di lavoratori.Cava è in linea con il dato nazionale, ma anche con quello provinciale. La provincia di Salerno perde ogni anno abitanti. Vediamo gli altri comuni, nel 2023 rispetto al 2022, Salerno ha perso 860 abitanti arrivando a 126.625, Nocera Inferiore e Nocera Superiore sono entrambe in calo e nello stesso periodo perdono rispettivamente 299 e 168 abitanti, Mercato San Severino perde 168 abitanti. Pochissimi sono i comuni che hanno un aumento, ma per dinamiche locali non certo imputabili a tassi di natalità particolarmente elevati. Vediamo ad esempio Battipaglia che nel 2023 ha 149 abitanti in più rispetto al 2022 e pure Capaccio Paestum che ne vanta 86 in più, ma sono comuni che hanno molti stranieri extracomunitari residenti che lavorano in agricoltura. Battipaglia nel 2023 aveva 4156 stranieri su 49.635 abitanti, l’8,4%, una percentuale altissima, Cava ne ha solo il 2% e Salerno il 4%.Quindi la polemica politica che si è innescata a Cava è del tutto pretestuosa soprattutto se si tenta di imputare questa emigrazione alla mancanza di case e ai vincoli edificatori esistenti nella nostra città. Niente di più errato. Basta guardare Nocera Superiore, anch’essa in calo, che pure ha accolto tanti cavesi negli anni scorsi, e ha costruito tantissime nuove case. Come è ugualmente in calo Salerno che è il comune in cui si è costruito di più negli ultimi anni, in cui però l’espansione edilizia non gli ha impedito di perdere una media di 700 abitanti all’anno. Tutto il sud, tutta Italia è in decrescita perché è crollato il tasso di natalità che è a livello nazionale all’1,20, nella provincia di Salerno al 1,34 e a Cava all’1,5, quindi più alto, ma comunque non sufficiente a rimpiazzare la popolazione esistente. Per far crescere l’Italia la natalità dovrebbe tornare almeno al tasso del 2.0, cioè 2 figli a coppia. Nel 2023 a Cava sono nati 314 bambini, ma i morti sono stati 555.
Il motivo principale del calo della popolazione al sud è il basso tasso di nascite, a questo si aggiunge l’emigrazione verso il nord e l’estero che riguarda soprattutto i giovani. Sempre nel 2023 sono andati via da Cava 45 persone emigrate all’estero e 786 in altri comuni in Italia. Se confrontiamo questo dato con il numero delle famiglie vediamo che sempre nel 2023 a Cava abbiamo solo 3 famiglie in meno rispetto all’anno precedente. Cosa significa questo? Che a differenza del fenomeno molto diffuso fino al 2000 che ha visto tante famiglie cavesi trasferirsi nell’agro nocerino per trovare case ad un costo più basso di quello della valle metelliana, oggi l’emigrazione riguarda singoli, soprattutto giovani. Degli 831 emigrati del 2023, 430 hanno tra 18 e i 40 anni, sono cioè persone nel pieno dell’attività lavorativa e che si trasferiscono per cercare lavoro. E questo dato si conferma anche negli anni precedenti, nel 2022 sono emigrati 877 cavesi, ma le famiglie sono diminuite solo di 2 unità, e gli emigrati tra 18 e 40 anni sono 469.Quindi il pregiudizio presente nei discorsi di tanti politici, che Cava sarebbe in decrescita per mancanza di case, è del tutto infondato. Sempre dai dati dell’Istat scopriamo, infatti, che nel 2022 a Cava ci sono 3319 appartamenti inutilizzati, appartamenti che i proprietari non vendono e non fittano. E niente di più sbagliato è dire che i cavesi emigrano per mancanza di case, infatti se guardiamo Salerno, che è uno dei comuni che avuto une delle maggiori espansioni edilizie negli ultimi anni, troviamo 9058 appartamenti non utilizzati e la popolazione salernitana è inesorabilmente in calo da almeno un decennio, perde 860 abitanti nel 2023 e 651 nel 2022.Il calo demografico è un problema serio che creerà gravi disfunzioni al sistema pensionistico, sanitario e produttivo del nostro paese, ma non saranno le polemiche politiche a risolverlo. Molti oggi si interrogano su quale possa essere un’azione efficace per fermare l’inverno demografico. Molti analisti affermano che prevedere sussidi economici per le famiglie con figli è il minimo necessario per far crescere la natalità. Ma sappiamo anche che le politiche del sussidio potrebbero non essere risolutive, perché la scelta di non procreare è molto spesso una scelta di tipo esistenziale, è un approccio all’esistenza e al futuro che non prevede figli. Sempre più italiani ogni giorno di più, non intendono mettere al mondo un essere umano che dovrà fare i conti con crisi climatica, violenza, guerre, mancanza di lavoro, aumento delle pandemie. Una visione pessimistica che la politica è chiamata ad affrontare, per trovare soluzioni che ridiano al mondo la speranza di un futuro che valga la pena di essere vissuto.

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Mercoledì, 11 Dicembre 2024 -
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