È quasi mezzogiorno, in un luglio caldo come non mai e in un piccolo paese di collina dell’entroterra della provincia di Salerno, un paese che seppur piccolo e nascosto tra le montagne è ormai conosciuto in tutto il mondo. Parcheggio la macchina velocemente trovando un posto comodo non senza un pizzico di fortuna, a volerla dire in maniera educata, e insieme al mio amico Francesco Della Calce ci avventuriamo in quella che tutti conoscono come la Cittadella del Cinema del Giffoni Film Festival, alla ricerca della sala Galileo. Dopo qualche indicazione del personale di accoglienza e qualche scala fatta di corsa finalmente la raggiungiamo. Facciamo appena in tempo a prender posto in una sala gremita da centinaia di appassionati e giovani Giffoners, questi ultimi riconoscibili dalle magliette decisamente colorate, che quasi subito le luci della sala si abbassano, come se stessero aspettando noi per cedere la scena a quella che è la magia più bella, la magia del Cinema. Le immagini prendono forma accompagnate sin dall’inizio dalla colonna sonora magistralmente composta da Alfredo Capozzi e ti catapultano nel passato, esattamente all’interno di un appartamento degli anni 80 dove la storia ha inizio con una coppia di coniugi intenti nel vivere la loro quotidianità. La proiezione continua veloce e si percepisce in sala l’attenzione del pubblico che sorride in alcuni punti ironici del film per poi commuoversi sul finale che ti lascia come in sospensione a riflettere su quello che realmente è un rapporto di coppia vissuto negli anni di una vita intera. Questo è l’effetto che si prova ad essere spettatore di “Appuntamento a mezzogiorno” del giovane regista cavese Antonio Passaro, proiettato in anteprima a Giffoni. Dopo lo scorrimento dei titoli di coda, dai quali si comprende anche lo sforzo tecnico della Produzione curata dalla “Tomato Film” e “Fantasy Wild” che hanno messo su una troupe altamente professionale, un lungo applauso accompagna l’accensione delle luci in sala ed inizia il dibattito con il cast tecnico ed il cast artistico, quest’ultimo costituito da nomi noti del cinema e del teatro, ovvero Nunzia Schiano e Gigi Savoia, che nel film rappresentano la coppia di coniugi in età avanzata e Gianluca di Gennaro e Elena Starace, ovvero la stessa coppia in giovane età. Al termine del dibattito avviciniamo Antonio per scambiare con lui qualche chiacchiera e conoscere qualcosa in più del suo percorso da regista e dei suoi futuri progetti. <<Il mio sogno sin da bambino era quello di diventare Regista di Cinema e, terminati gli studi universitari a Salerno, decisi di spostarmi verso città quali Napoli o Roma per tentare di entrare in questo mondo tanto affascinante quanto blindato. La mia fortuna è stata conoscere Fabio Ferro, Produttore cinematografico che lavora nel settore da più di venti anni, che mi ha introdotto sui set importanti ed in particolare a Roma sul set de “L’isola delle Rose” di Sydney Sibilia, affermato Regista di origini salernitane, autore anche di altre pellicole di successo come: “smetto quando voglio” e “mixed by Erry”. “Appuntamento a mezzogiorno” è un corto che ho scritto 6 anni fa ma per il quale, su suggerimento proprio di Fabio, ho atteso che si concretizzassero le condizioni per produrlo in maniera professionale>>. Negli occhi di Antonio si vede tanta determinazione e passione ed una gran voglia di crescere in un settore dove ha già mosso i primi passi e dove proprio con questo cortometraggio ha dimostrato di sapersi cimentare con destrezza e sicurezza ma anche con la tranquillità di chi sa che i migliori traguardi si raggiungono compiendo tanti piccoli passi e lavorando giorno dopo giorno. Gli chiedo dei suoi progetti futuri. << I miei progetti futuri sono proprio con Fabio Ferro. Il nostro obiettivo con la Tomato Film è quello di riuscire a fare Cinema a Salerno come oggi avviene con le Produzioni importanti a Roma e da qualche anno anche a Napoli. Occorre ovviamente riuscire a coinvolgere le realtà del territorio e creare le condizioni finanziarie necessarie>>. Con Francesco Della Calce, compagno di tante avventure, salutiamo Antonio Passaro e tutto il cast di “appuntamento a mezzogiorno”. Nel viaggio di ritorno verso casa commentiamo la calda ma interessante mattinata giffoniana e alla fine condividiamo la speranza che, chi come noi è appassionato di Cinema ogni giorno ripone, ovvero di vedere in futuro del buon Cinema in sala e che a realizzarlo siano le persone giuste che hanno la passione dentro, come i grandi Registi italiani del passato e come Antonio Passaro, giovane cineasta cavese, al quale auguriamo presto di poter dirigere, come opera prima, il suo lungometraggio per il grande schermo. E da Cavesi non potremo che esserne felici.
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