Un giovane paziente è giunto presso la Clinica Ruggiero mostrando una lieve macchia sulla pelle, apparentemente innocua, che si è rivelata essere invece un melanoma atipico che se non curato rischiava di apportare gravi danni alla salute del ragazzo. Grazie alla professionalità dello specialista in dermatologia, dr. Francesco Musumeci, il paziente ha ricevuto la giusta diagnosi e si è sottoposto ad un intervento chirurgico che ha rimosso il problema alla radice. Il fotobiologo dr. Ivan Ambrosano ci racconta il processo di diagnosi.
Un ragazzo di 14 è giunto alla nostra attenzione per l’osservazione di una formazione liscia a rapida crescita scarsamente pigmentata al braccio destro di colore variabile tra il rosa e il rosso, con presenza di componente vascolare alla superficie.
L’osservazione ravvicinata e le prime valutazioni hanno reso necessario completare la diagnosi con una escissione chirurgica e conseguente verifica istologica.
Il referto descriveva una lesione melanocitaria composta con apprezzabili atipie nella conformazione citologica ed aree di iperplasia , concludendo per una lesione melanocitaria spitzoide intra-epiteliale atipica assimilabile ad incipiente melanoma in situ spitzoide.
Il tumore di Spitz atipico è una lesione melanocitaria con caratteristiche spitzoidi, con un potenziale maligno incerto. Questi tumori condividono somiglianze con il nevo di Spitz comune, ma possono anche mostrare segnali istologici associati al melanoma. Pertanto, distinguere tali lesioni rappresenta una notevole sfida.
In età pediatrica la diagnosi clinica di nevo di Spitz può essere fatta abbastanza facilmente in un bambino prepubere che manifesta al volto collo o arti una papula uniforme liscia isolata di colore rossastro e/o bruno che completa la sua crescita nel giro di pochi mesi ed usualmente in meno di un anno raggiungendo un diametro attorno al mezzo centimetro e che quasi mai supera il centimetro.
Il suo riconoscimento invece è più difficile quando ci si ritrova in assenza di una marcata pigmentazione e di caratteri specifici di malignità, tanto da porlo in diagnosi differenziale con lesioni marcatamente benigne (es. dermatofibroma). Pertanto, quando la diagnosi non risulta ragionevolmente certa sulla base dei dati clinici è ammissibile un atteggiamento non conservativo (come nel caso qui descritto).
Il riconoscimento della potenziale pericolosità del nevo e la successiva indicazione alla rimozione chirurgica radicale ci hanno permesso di effettuare una efficace prevenzione su di una lesione che sarebbe risultata pericolosissima se lasciata oltremodo senza intervento alcuno.