È stata ricca di zampilli l’esistenza di Antonio Oliviero, scomparso la scorsa primavera all’età di ottantadue anni. Lo zampillo brillante di una vita frizzante, come rappresentante di commercio e apprezzato fotografo in giro per l’Italia… lo zampillo chiaroscurale di una dimensione familiare intensa ma soffocata da momenti dolorosi e drammatici… lo zampillo alto e lucente di un recupero offertogli dalla Fede, in particolare verso la Gospa di Medjugorje, alla quale ha dedicato viaggi, preghiere, tanto amore e anche un libro… lo zampillo discreto e profondo della sua amicizia con Padre Giuseppe Lando e con la comunità della Madonna dell’Olmo, lo zampillo allegro e sorridente del pozzo d’acqua e delle condutture che grazie all’ incessante opera di beneficenza che ha caratterizzato la terza fase della sua vita è riuscito a donare alla Casa di Riposo di Lubuskie, a pochi chilometri da Medjugorje… E poi, lo zampillo dell’uomo: energico, tenace, generoso, affettuoso (in particolare verso l’adorata nipotina Adriana, che lo faceva letteralmente “squagliare”), carico di una torrenziale esuberanza che con l’acqua limpida riusciva a trascinare anche i detriti verso il mare che lo ha accolto. Ciao, Antonio… e che ti sia serena la navigazione in questo mare.
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